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L'arrivo di Maurizio Sarri visto dai giornalisti sportivi della carta stampata
17 giu 2019 15:19Altre notizie
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Su Radio Bianconera si parla ancora dell’arrivo di Maurizio Sarri sulla panchina della Juventus. L’annuncio della società bianconera ha messo fine a un periodo iniziato con la fine del lungo ed esaltante rapporto con Massimiliano Allegri. Un periodo in cui si sono succedute voci e indiscrezioni. Con il nome del tecnico ex Napoli e Chelsea considerato comunque in pole position. Almeno sui quotidiani nazionali.

Il giorno dopo, sono proprio alcuni dei giornalisti di punta della carta stampata sportiva italiana a commentare l’arrivo del nuovo allenatore della Juventus. Durante Cose di Calcio, con Antonio Paolino e Chiara Papanicolaou sono intervenuti Ivan Zazzaroni, Antonio Barillà, Giampiero Timossi e Xavier Jacobelli. Ecco alcune delle loro dichiarazioni.

Ivan Zazzaroni (direttore del Corriere dello Sport): “Questa squadra è difficilmente migliorabile, quindi era meglio provare un cambio di filosofia. Sarri è stata l’unica pista dopo la fine del rapporto con Allegri, il resto è folklore. La Juventus ha chiuso 3 settimane fa con il Chelsea e con l’allenatore, serviva solo l’ufficializzazione. L’operazione era chiusa da tempo e questo ha portato serenità alla società. La scelta di Sarri è stata di rottura, come ha detto Buffon. Lo scetticismo dei tifosi? Alla Juve c’è da tempo, a partire da Ancelotti, non è un grosso problema. Il passato napoletano di Sarri crea scompigli, non solo a Napoli. Per anni alcuni tifosi bianconeri hanno criticato Allegri per il gioco, ora avranno uno che col gioco ha fatto la sua fortuna”.

Antonio Barillà (capo redattore sport La Stampa): “La Juventus finalmente ha l’allenatore e così la finiamo con sto fiorire di fandonie come non si vedeva da anni. C’è gente che ha giocato sulla pelle dei tifosi, solo per dare caccia ai follower. Spero che questa sia una lezione per tutti, bisogna riflettere se i social sono davvero un passo avanti. Sarri è un personaggio particolare, ama leggere e non saprebbe vivere senza i libri. A Torino dovremo saper convivere con le sue qualità e anche con le sue contraddizioni. Stiamo parlando di un allenatore che è partito dalla Seconda Categoria, ha lavorato a lungo in banca e poi ha rischiato tutto per buttarsi nel calcio professionistico. Io sono per il pragmatismo, ma ho sempre amato chi fa giocare bene le squadre. Fare meglio di Allegri non sarà difficile, la responsabilità è enorme”.

Giampiero Timossi (capo servizio sport Corriere Torino): “Saranno i risultati ad aiutare Sarri a farsi amare, così come è successo ad Allegri cinque anni fa. Dovrà vincere cosa non ha vinto Allegri, cioè la Champions che manca da troppi anni. Gli atteggiamenti di Sarri? Con lui ebbi uno scontro in tv dopo l’attacco che fece a Mancini e quello fu uno scivolone. Parliamo di un uomo intelligente, con una sensibilità particolare e saprà dimostrare che quello fu un errore, ma qui dovrà fare attenzione e non commetterne altri. Come allenatore, a parte l’Europa League non ha vinto nulla e deve dimostrare di saper vincere anche con la Juve. Io non lo vedo come un acquisto che possa migliorare la squadra, sarà una storia diversa e vediamo se vincente. Altri allenatori? Non ho creduto a nessun altro candidato al di fuori di Sarri, ma penso ci sia stato un colpevole ritardo della società, i tempi troppo lunghi hanno rallentato il mercato”.

Xavier Jacobelli (direttore Tuttosport): “In questi giorni è emersa la forza della società. È vero che è passato un mese dall'addio di Alegri, ma con allenatori sotto contratto, in lotta per vincere un trofeo e con clausole da rispettare, ci sta che fosse una trattativa laboriosa. La Juventus ha il merito di aver fatto tutto al meglio, alla fine l’indennizzo al Chelsea sarà di 900mila euro. Ora inizia una sfida nuova per la Juve e per Sarri, con una concezione di gioco diversa da quella di Allegri, votata all’attacco. Ha la fortuna di allenare Ronaldo e guidare di una squadra che si sta rinforzando. Sarri porta con sé l’esperienza della Premier League, ha il coraggio delle proprie idee e sa che il suo arrivo è salutato da entusiasmo e perplessità, proprio come Conte a Milano. Va messo in conto. La società ha diritto di fare le proprie scelte. I giocatori e gli allenatori vanno, la Juve resta”.

Fabio Ellena